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Expo e Giubileo 2015: doppia chance per l'Italia

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lunedì, 16 marzo 2015 21:33

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Mafalda Bruno
Che il nostro Paese si stia timidamente riprendendo, è cosa evidente anche al nutrito popolo di scettici in materia.
Certamente, se la ripresa sarà continua ed effettiva, lo scopriremo solo vivendo, ma i segnali positivi arrivano da aziende con piani di assunzioni, dal costo del petrolio che si è abbassato, e non ultimo, dal calo dello spread e la liquidità immessa dalla Bce.
Ora è ovvio che non ci si può accontentare solo di numeri e statistiche, perchè l'Italia deve fare anche autoanalisi per riprendersi, per essere il Paese del bello, dell'arte e della cultura in cui i giovani sopratutto, riescano a trovare la loro dimensione di vita lavorativa, senza dover essere costretti ad espatriare per realizzarsi dignitosamente.
L'Expo2015, di cui abbiamo già parlato, sarà una finestra irripetibile per l'Italia viste le condizioni in cui versa, e nonostante si sia fatto di tutto per imbrattarlo con malaffare e disonestà, il nastro di partenza è pronto ad essere tagliato.
Ma ora a questo evento internazionale se n'è aggiunto un altro: il Giubileo della Misericordia annunciato a sorpresa da Papa Francesco, in occasione del suo secondo compleanno di pontificato e del cinquantesimo anniversario della fine del Concilio Vaticano Secondo.
I due scenari saranno per l'Italia, per il momento dolente che attraversa, una vera manna dal cielo per la ripresa economica che ne può derivare in termini sia occupazionali che di potenziale turistico. Realtà strettamente collegate tra di loro.
Che Papa Francesco sia un continuo stupirci non è una novità.
Probabilmente molti teologi e porporati che lo circondano stanno lì ad arrovellarsi le meningi per scoprire, chissà, quale sia la sua tattica pontificia, quale disegno arzigogolato si celi nel suo operato, o, come diceva Totò in una famosa gag: vediamo questo qui dove vuole arrivare....
Ma il Pontefice come al solito spiazza tutti. Di fronte ad una Chiesa sfarzosa, trionfalistica, e con aspirazioni recondite di prestigio terreno, lui indice un Anno Santo straordinario mettendo al centro del suo pontificato il Padre misericordioso, il Padre che perdona.
Messaggio chiaro ed esplicito, una ricollocazione nei giusti binari per chi continua a voler vedere nella Chiesa solo una fonte di successi personali e non la missione cristiana che essa è chiamata a compiere.
Che si sia persone di fede o meno, l'Anno Santo di Francesco è un parlare a nuora perchè suocera intenda. O viceversa.
E il messaggio cruciale, che sta dando non pochi fastidi al suo circondario in Vaticano, è che la Chiesa vuole e deve usare di gran lunga la cura della misericordia e del perdono piuttosto che la severità e la rigidità teologica.
Quel suo: chi sono io per giudicare? dichiarato ai giornalisti durante un suo viaggio, avrà fatto trasalire e venire la pelle d'oca a parecchi con fissa dimora dentro San Pietro.
Si saranno finanche scandalizzati: c'è da scommetterci. Diciamola tutta, se qualcuno aveva visto questo Pontefice come una via per una maggior carriera ecclesiastica, un vantaggio personale, si è dovuto sicuramente ricredere e ingurgitare parecchi maalox. E il senso di gaudio interiore per questo, ci sia consentito, ce lo prendiamo tutto.
Il Papa avrà ragione ancora una volta con l'annunciato prossimo Giubileo. Quale ne sarà la dimostrazione provata? Il popolo cristiano stesso.
Saranno i milioni di pellegrini che risponderanno alla chiamata di Francesco, a dimostrare a tanti (non a tutti, dobbiamo essere misericordiosi anche noi nel nostro piccolo) porporati ingessati nelle loro vesti broccate e nei loro atteggiamenti severi, a rafforzare, con questa mondiale testimonianza di fede, il concetto che è la misericordia di Dio quella a cui occorre rivolgersi, nessuno escluso.
Concetto rivolto, forse, ai pastori della Chiesa, prim'ancora che al suo gregge.
Non è il Vangelo che cambia, siamo noi che cominciamo a capirlo meglio(Papa Giovanni XXIII^)
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