|
|
Rosario Pesce
|
|
La tutela dell’ambiente è uno dei valori che fa parte, da diversi decenni, della tradizione culturale della Sinistra non solo italiana.
Alla fine degli anni Ottanta ed inizio degli anni Novanta, quando il Comunismo stava per andare in soffitta, molti settori della Sinistra progressista hanno individuato nell’ambientalismo una nuova ragione sociale, per cui la mobilitazione diede anche risultati importanti in termini elettorali, in particolare in alcun Paesi del Nord Europa, dove il movimento Verde conseguì diversi successi, attestandosi - per molto tempo - come la seconda forza dopo la Socialdemocrazia ed erodendo a questa moltissimi consensi.
Dopo un periodo di minore attenzione alla questione ambientalista, questa oggi è tornata protagonista in modo prepotente: non è un caso se la piccola Greta Thunberg è divenuta simbolo della lotta in favore della tutela del clima per moltissime generazioni di adolescenti e giovani, che scendono in piazza ben consci che, dalla difesa dell’ambiente, deriva la precondizione per il nostro stesso vivere, presente e futuro.
D’altronde, di pianeti a nostra disposizione ne abbiamo uno solo e, se questo si rovina in modo definitivo ed irreversibile, è chiaro che diviene difficile trasferire la vita umana in altri luoghi del Sistema Solare.
Peraltro, i dati di origine sanitaria sono preoccupanti: i cambiamenti apportati all’ambiente negli ultimi decenni sono certamente la causa di malattie che abbreviano la vita umana e quella animale ed, in certi casi, rendono finanche auspicabile la morte, visto che le patologie oncologiche conseguenti peggiorano sensibilmente la qualità della vita.
Parimenti, i mutamenti climatici, che sono conseguenza di quelli ambientali, stanno rendendo difficile la vita in molti angoli della Terra, determinando un generale surriscaldamento della superficie terrestre che, invero, non aiuta l’esistenza di diverse forme vitali.
Pertanto, la difesa dell’ambiente diviene l’ultima frontiera delle nostre democrazie occidentali?
Oggi, i giovani scendono in piazza, ben sapendo che non solo difendono un valore in sé, qual è appunto l’ambientalismo tout court, ma con la loro partecipazione consolidano i valori stessi della democrazia, che altrimenti rischiano di appannarsi.
I danni prodotti non sempre sono recuperabili, ma se una simile dinamica diviene ancora più ridondante, ciò non può che favorire un salutare effetto per le istituzioni pubbliche e per il vivere civile.
|
|