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Il mondo ed il Cile

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domenica, 27 ottobre 2019 09:54

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Rosario Pesce
Il mondo dovrebbe volgere lo sguardo a quanto sta accadendo in Cile, visto che in quella parte dell’America Latina è in atto un tentativo di instaurazione – l’ennesimo – di una dittatura militare.
Non solo il Cile invero, ma tutto il continente è pervaso da fibrillazioni molto importanti, visto che un equilibrio è venuto meno ed, anche per effetto delle politiche di Trump, se ne sta creando un altro, in particolare in quegli Stati che, già in passato, sono stati vittime di regimi dittatoriali.
Peraltro, in Cile in modo particolare, la transizione dal regime di Pinochet alla democrazia è stato complesso ed ha comportato non poche contraddizioni, che oggi emergono in tutta la loro problematicità.
Le immagini, che attraverso i social arrivano in Europa, sono davvero inquietanti: camere di torture, civili picchiati per strada dai militari senza alcun motivo, coprifuoco in qualsiasi angolo della capitale, scene che pensavamo fossero finite in Cile con la caduta di Pinochet e che, invece, tornano in modo pressante.
In questo caso, come in altri, il mondo occidentale rimane inerme a guardare, mentre una fetta di popolazione tenta, da sola, di riprendersi i diritti civili che rischierebbe, altrimenti, di perdere a tempo indefinito.
Non si può dimenticare che gli interessi economici, in quella parte del mondo, sono enormi.
Il Cile non è il Brasile o l’Argentina, ma certo è una delle realtà più dinamiche in America Latina, per cui a molti può far gola avere il controllo politico non democratico del terzo Paese del Sud America.
Ed, in tal senso, è un intero continente che si muove verso un esito non democratico: il Brasile sta realizzando la più grande distruzione dell’Amazzonia nel disinteresse generalizzato ed i danni saranno enormi, quando fra un ventennio ci si accorgerà che l’unico polmone verde al mondo non esiste più, perché sacrificato sull’altare dell’urbanizzazione e dei grandi poteri finanziari mondiali, che intendono mettere le mani sull’area più grande al mondo e la più appetibile per qualsiasi possibile forma di speculazione immobiliare.
Forse, è per davvero venuto il momento che l’Europa prenda posizione e che le violenze finiscano, se si vuole evitare l’ennesima emigrazione di persone da regioni in cui la vita civile non è più possibile.
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