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Rosario Pesce
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Quello in Umbria è un voto importante, visto che è il primo test elettorale per il nuovo Governo.
Infatti, nella regione più centrale del Paese per ragioni geografiche, per la prima volta il PD ed i Grillini si presentano in coalizione, dopoché per molti anni, anche in quei territori, si sono fronteggiati duramente.
È evidente che l’esito del voto umbro dipenderà molto da fattori locali, visto che il precedente Governo regionale è stato sciolto per le indagini penali a carico dei vertici.
Ma, al di là di tali aspetti, è chiaro che un’eventuale vittoria della coalizione PD-5S – o anche solo una sconfitta di misura rispetto ai dati catastrofici dell’inizio – sarebbe la plastica dimostrazione che, in termini elettorali, la nuova maggioranza comunque funziona.
Peraltro, non sfugge il fatto che, all’interno del Governo, si è aperta una dinamica politica che lo può rafforzare, ma ne può indurre - finanche - la morte.
La presenza di un gruppo parlamentare – come quello renziano – così vivo in termini di proposta non può che movimentare l’intero scenario, per cui è ovvio che il test regionale può indurre maggiori fibrillazioni o arrestare quelle che sono nate da quando Renzi ha creato Italia Viva. Inoltre, dopo il voto umbro, si celebreranno nella prossima primavera le elezioni regionali in molte altre parti d’Italia ed è chiaro che il risultato dell’Umbria potrà dare l’abbrivio ad un’organica alleanza su tutto il territorio nazionale fra PD e 5S, nonostante le riluttanze e le difficoltà che continuano ad essere presenti in alcune aree in modo particolare.
Forse, si scomporrà di nuovo il quadro politico generale?
Forse si consoliderà in maniera definitiva quello odierno?
Certo è che, mai come in questo caso, la vita del Governo nazionale dipenderà da fattori molteplici e non tutti controllabili.
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