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Rosario Pesce
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La religione è, certamente, uno degli elementi fondamentali della società occidentale, visto che la nostra civiltà nasce da una mediazione fra la cultura cristiano-ebraica e quella dell’Illuminismo, che ha segnato in modo pregnante l’epoca moderna.
Peraltro, un dato è evidente a tutti: il Cristianesimo, a partire dal Cinquecento in poi, ha perso in modo progressivo qualsiasi aspetto di natura confessionale, per cui la Chiesa, passando anche attraverso le Guerre di religione ed i contrasti sanguinosi derivanti, ha riconosciuto la laicità dello Stato.
D’altronde, chi era stato ad affermare, per primo, che ciò che è di Cristo non è di Cesare e viceversa, se non lo stesso Gesù?
Ciò dimostra come i concetti di laicità e di religione non devono essere concepiti, necessariamente, in contraddizione fra di loro.
Gli ultimi due secoli, poi, hanno accentuato una simile condizione, per cui gli stessi partiti politici, che pure si rifanno in modo più o meno esplicito al messaggio evangelico, tendono a distinguere - in modo netto - la propria azione dal credo religioso in senso stretto.
Non è un caso se Paesi molto cattolici, come Italia o Spagna o Irlanda, hanno introdotto nelle loro rispettive legislazioni nazionali delle norme intrise di laicità, come quelle che regolano il divorzio o il diritto all’interruzione anticipata di gravidanza, a dimostrazione che - in queste nazioni - il cittadino cattolico è divenuto adulto, al punto da essere in grado di fare un compromesso fra il dettato della propria morale e le esigenze della società civile o, almeno, della maggioranza di questa.
In tal senso, non dovrebbe colpire la sensibilità dei laici la presenza del Crocefisso nei luoghi pubblici, visto che esso - innanzitutto - non simboleggia un credo confessionale in senso immediato, come altri presenti invece in diverse parti del mondo, ma è l’espressione di una sintesi che il pensiero umano è stato in grado di realizzare mettendo insieme le idee ed i valori dell’antica Gerusalemme con quelle di Roma ed Atene.
In tal senso, credenti o laici, agnostici o ferventi religiosi, tutti non possono che guardare a quell’icona come alla migliore espressione dell’Occidente, che non solo informa di sé la vita civile odierna, ma in particolare è un punto di riferimento essenziale per chi intende contribuire a costruire il mondo sulla differenza e sul rispetto delle diversità.
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