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Rosario Pesce
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Appena pubblicato il calendario della nuova Serie A, non si può che auspicare che il campionato 2019/20 possa essere più emozionante degli ultimi, visto che il continuo successo della Juve non può che togliere interesse ad una competizione che ha bisogno di novità per appassionare i tifosi e gli scommettitori.
Ed è ovvio che, considerando le gerarchie degli ultimi quattro anni, la seconda società in Italia è, oggi, il Napoli, che può vantare una notevole solidità finanziaria, oltreché un livello tecnico dei suoi calciatori che non può che crescere con il mercato di agosto.
Infatti, le altre due possibili avversarie, le milanesi, sono ancora impegnate in uno sforzo di ricostruzione societaria e tecnica, che non può dare - invero - una vittoria immediata: da una parte il Milan, che ha cambiato gli assetti societari ben due volte negli ultimissimi anni, e dall’altra l’Inter, che ha scelto un grande allenatore, qual è Conte, che forse deve calarsi ancora in un contesto diverso da quelli della Juve e del Chelsea.
È evidente che il pronostico è, tuttora, a favore della Juve, nonostante il cambio di allenatore e l’invecchiamento ulteriore dei campioni che - come Chiellini, Ronaldo, Bonucci - sono i calciatori in cui si identifica la fede dei tifosi juventini.
Ed, allora, per davvero solo il Napoli, con un po’ di fortuna e con la giusta scelta della punta centrale sul mercato, può ambire a cucirsi sulla maglia il tricolore, che interromperebbe una serie di vittorie bianconere che dura da troppo tempo.
Ed i poteri forti, che pure esistono nel nostro calcio, per chi tiferanno?
Tiferanno per la continuità o per creare le premesse di una svolta, che serve anche a vendere meglio il prodotto calcistico?
Noi, che siamo tifosi tout court, non possiamo che urlare a squarciagola “Forza Napoli!”, ben sapendo che nel 2020 cadrà il trentesimo anniversario del secondo scudetto e festeggiare un simile anniversario con il terzo scudetto sarebbe una gioia che, di per sé, potrebbe ricompensarci per i drammi calcistici che abbiamo vissuto negli ultimi anni delle gestioni di Ferlaino, Corbelli e Naldi.
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