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Rosario Pesce
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È evidente che sia in corso una vera e propria crisi di nervi all’interno delle forze, che sostengono l’azione dell’attuale Governo: crisi di nervi che è esplosa sul tema, molto scivoloso, del condono fiscale.
Non tocca a noi entrare nel merito delle polemiche fra Grillini e Leghisti, ma è ovvio che qualche riflessione compiuta sull’azione del Dicastero può essere promossa cinque mesi dopo il suo insediamento.
La nostra è una democrazia di tipo parlamentare, per cui gli Esecutivi nascono e muoiono per effetto del dibattito fra le forze politiche, per cui, nel corso della storia repubblicana, si sono trovati nella medesima maggioranza partiti che erano distanti fra di loro sul piano dell’elaborazione ideologica, come è successo ad esempio nella Prima Repubblica con Socialisti e Liberali negli anni Ottanta ovvero con Comunisti e Democristiani ai tempi del Compromesso Storico.
Da questo dato è derivata l’instabilità degli Esecutivi della Prima Repubblica.
Analogamente, quando è nato il Governo grillino-leghista, è parsa evidente a tutti la distanza ideale fra le due forze, che oggi rappresentano la maggioranza, ma - come avveniva ai tempi della Prima Repubblica - molti osservatori hanno confidato sulla capacità di mediazione dei due partiti per sperare in un Governo non ballerino.
È pleonastico sottolineare, anche, un altro dato: la sovraesposizione mediatica di Salvini non ha aiutato la tenuta della maggioranza.
Non sappiamo se quella attuale sia una crisi passeggera ovvero destinata a mutare alla radice gli equilibri del Governo.
È certo che, nelle prossime settimane, il Governo è atteso da momenti significativi, per cui l’unità delle sue forze è la premessa per l’esito felice della sua azione.
Altrimenti, si dimostrerà in modo plastico che, cavalcando i sentimenti e le ansie populistiche, invero si possono vincere le elezioni, ma poi altra cosa diviene la partita del Governo, perché, per guidare un Paese complesso come il nostro, peraltro in un momento storico non facile, le urla e le imprecazioni devono lasciare il posto alla saggezza, alla capacità di mediazione ed al ragionamento, strumenti – questi – preziosi per reperire la giusta sintesi fra interessi non sempre convergenti e spinte centrifughe.
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