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Rosario Pesce
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Una partita di calcio può avere dei significati che trascendono quello, meramente, sportivo.
È il caso di Juve-Napoli, che non è solo lo scontro diretto fra le due squadre più forti degli ultimi tre campionati e, molto probabilmente, anche di quello in corso.
Come abbiamo scritto altrove, Torino e Napoli – con buona pace di Roma – sono le due vere capitali del Paese, visto che Torino lo è stata effettivamente nell’immediato post-Risorgimento, mentre Napoli, pur non essendo mai stata capitale del Regno d’Italia, è comunque la città italiana più nota al mondo per le sue bellezze e, purtroppo, anche per aspetti, talora, non commendevoli.
Pertanto, chi si vuole divertire, lo può fare: napoletani e juventini sono le due tifoserie più nettamente distinte del nostro calcio, per cui la rivalità fra di loro è ben più forte di quella fra due schieramenti sportivi della medesima città.
Si può dire che Juve-Napoli sia il vero ed autentico derby d’Italia: la partita, unica nel calcio italiano, che effettivamente può dividere il Paese in due contrapposti gruppi di fans, ad onta dello stesso palmarès delle squadre, che è molto diverso, visto che il club degli Agnelli ha vinto molto di più di quello che, oggi, è gestito da De Laurentiis.
Una sana e sportiva rivalità non può che fare bene alla nazione intera, visto che un evento simile, ineluttabilmente, è in grado di attrarre le attenzioni di molti milioni di spettatori.
Forse, ogni Italiano si immaginerà come araldo dei colori bianconeri o di quelli azzurri?
Certo, il nostro Paese ha bisogno di momenti di incontro che, pur attraverso una corretta contrapposizione sportiva, possano conferire spirito di unità a tutti gli Italiani.
E, poi, vinca il migliore, ancora meglio se vince chi indossa i colori azzurri del mare e del cielo.
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