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Luca Giordano, Allegoria della Pace e della Guerra, 1680 – olio su tela – Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
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Rosario Pesce
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È evidente che il periodo storico, che stiamo vivendo, offre non poche incertezze, che segnano delle profonde inquietudini per il futuro prossimo.
In primis, il lavoro costituisce una chimera per molti, visto che o è assente o, se esiste, vige in forme precarie, per cui molte persone, anche dopo un’età veneranda, sono ancora legate a contratti che non offrono le opportune garanzie.
Poi, la salute: è vero che la vita, mediamente, si è allungata, ma è anche altrettanto vero che non sempre l’allungamento è coinciso con il miglioramento della sua qualità, per cui siamo sovente in presenza di persone anziane, che hanno bisogno di assistenza perché colpite da malattie invalidanti croniche.
Poi, la comunità: un tempo il sentimento di appartenenza ad un unico gruppo sociale, coeso e ben riconoscibile, costituiva il vero motore della vita, perché all’interno della propria dimensione comunitaria ciascuno di noi si sentiva protetto e tutelato rispetto ai pericoli esterni.
Oggi, purtroppo, non è più così, visto che i vincoli sociali ed affettivi sono divenuti molto deboli, per cui ogni individuo costituisce, per lo più, una monade chiusa e ben distinta da qualsiasi altra forma di esistenza.
Finanche, il tempo libero è cambiato in modo radicale: infatti, gli infernali computer, pc ed altre diavolerie tecnologiche tendono ad assorbire le ore di non lavoro dei cittadini, per cui il concetto di aggregazione ha subito una modifica notevole, nella misura in cui gli spazi fisici hanno lasciato il posto agli spazi virtuali, sempre più frequentati da giovani ed adulti.
È un’epoca, quindi, che segna una profonda discontinuità rispetto al passato, questa, nella quale stiamo vivendo.
Forse, il mondo ha intrapreso un crinale che porterà solo sconfitte ed umiliazioni?
O, forse, si sta costruendo – nonostante tutto – un mondo migliore di quello che abbiamo conosciuto nel corso del XX secolo?
Certo è che le sfide non mancheranno, ma – al momento – sembrano mancare quelle certezze, culturali ed ideali, sulla base delle quali sono state promosse e realizzate le conquiste sociali del secolo scorso.
Forse, l’ideologia, le religioni hanno dato vita a conflitti molto cruenti, ma è anche vero che, per effetto di quei conflitti, il mondo ha compiuto degli avanzamenti che, oggi, rischiano di essere cancellati nel lasso di tempo di un battito di ciglia.
Non rimane che affidarsi, allora, allo spirito di imprenditorialità di ciascuno di noi, auspicando che esso sia promotore di progresso e di emancipazione, davvero, per tutti?
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