|
Salvador Dalì: la persistenza della memoria
|
|
Rosario Pesce
|
|
Nei giorni scorsi, un po’ seriamente, un po’ per prendere in giro i vertici della propria società, molti tifosi del Napoli hanno atteso invano l’arrivo di un campione, che avrebbe dovuto rafforzare la loro squadra, pur sapendo che era solo una fake news.
È evidente che la componente della goliardia è stata predominante in questa esperienza: è anomalo che dei tifosi attendano allo scalo aereo un campione, che non verrà mai a firmare un contratto dal Sud-America, visto che i suoi costi sono esasperati rispetto allo standard finanziario della loro società.
Ma, nonostante tutto, c’è chi ha perso una bella giornata di sole per rimanere impalato in una caldissima sala di attesa, aspettando Godot.
Forse, i tifosi hanno bisogno di inventarsi un mondo che non c’è?
Forse, gli strumenti dell’ironia (o meglio del sarcasmo) si consolidano, anche, grazie ad una masochistica attesa in una giornata estiva, che a Napoli avrebbe potuto avere esiti ben diversi?
O, forse, i social sono in grado di far divenire verosimile ciò che, invece, è una menzogna eclatante?
Certo, se si va oltre il mero dato di cronaca e si ragiona su contesti ben differenti da quelli meramente sportivi, è chiaro che una fake news, che determina simili conseguenze, non solo è insidiosa, ma può divenire finanche pericolosa, visto che una moltitudine di cittadini (e non più di semplici tifosi) potrebbe attendere l’arrivo del Messia di turno, in grado di dare loro una speranza, così come può fare un campione con i tifosi di un sodalizio sportivo.
Ci piace credere che non sia così, ma certamente è ovvio che non può non sorprenderci il fatto che la società odierna può inventare un evento di notevole impatto, creando atteggiamenti fideistici, che possono essere - opportunamente - manipolati da chi non è animato dalle migliori intenzioni.
Forse, dobbiamo preoccuparci?
Invero, non possiamo rallegrarci, visto che simili fenomeni, in grado di condizionare intere masse, non solo meritano di essere studiati con gli strumenti della psicologia collettiva, ma soprattutto ci devono mettere in guardia, perché il mondo è fin troppo ricco di creduloni e di mistificatori, più o meno abili.
|
|