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Lo sport e l’immagine del Paese

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venerdì, 13 aprile 2018 13:35

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Rosario Pesce
I recenti successi delle squadre di calcio nelle competizioni internazionali non possono che far piacere all’intera platea di sportivi italiani, visto che il calcio è un veicolo straordinario dell’immagine della nazione in tutto il mondo.
Non è un caso se, nel corso degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, uno dei segnali di un’economia in piena vitalità era dato, appunto, dalla forza dei nostri sodalizi sportivi, capaci di competere con i loro avversari spagnoli o inglesi o tedeschi da una posizione non impari.
D’altronde, si sa bene che il calcio non solo è una grande passione per milioni di sportivi, ma soprattutto è una delle principali aziende italiane, per cui l’eventuale ottimo stato di salute dei club non può che essere una notizia importante per l’economia nostra, che deve rilanciarsi dalla crisi dell’ultimo decennio.
È ovvio che, come una rondine non fa primavera, analogamente un singolo successo sportivo non è immediatamente la traduzione di una vitalità ripresa, ma certo in un panorama, altrimenti sconfortante, non possiamo che trarre una linfa di ottimismo da momenti di successo, che a vario titolo coinvolgono l’intera comunità nazionale.
Peraltro, non può sfuggire il fatto che il calcio italiano, dopo l’uscita di scena delle grandi famiglie (Moratti, Berlusconi, Sensi), sia stato oggetto di conquista da parte di capitali stranieri, a dimostrazione del fatto che il prodotto calcistico non si vende solo in Italia o in Europa, ma è divenuto compiutamente un’azienda globale, che può produrre un notevole business nei prossimi decenni in America, come in Cina o nei Paesi Arabi.
È, quindi, il calcio l’immagine migliore del made in Italy all’estero?
Forse, non lo è ancora, ma è evidente che, continuando per tale strada, nei prossimi dieci anni i sodalizi sportivi italiani potranno essere all’avanguardia e potranno essere competitivi, sia in termini sportivi che economici, con quelli spagnoli ed inglesi, in particolare, che a tutt’oggi vantano una maggiore liquidità e, quindi, possono sottoscrivere contratti più onerosi con le star odierne del calcio mondiale.
Ma, una nazione può vivere, solo, di calcio?
È evidente che no, ma un buon viatico non può che essere utile a tutti i settori dell’economia, soprattutto quando vengono investiti comparti della produzione che hanno un rilevantissimo impatto sociale.
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