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sabato, 24 marzo 2018 21:09

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Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato durante la XVIII legislatura (2018-in corso).
Rosario Pesce
La rapidità, con cui sono state elette la seconda e la terza carica dello Stato, non deve sorprendere nessuno, visto che, in politica come nella vita, conta il raggiungimento degli obiettivi e, con l’elezione dei due nuovi Presidenti delle Camere, il Movimento Cinque Stelle ha dimostrato che sta acquisendo cultura di governo, per cui non disdegna il compromesso, neanche, con il nemico di un tempo, quel Silvio Berlusconi che, così facendo, è finalmente uscito da una condizione di disagio, che si protraeva per lui sin dai tempi della condanna definitiva della Cassazione e della conseguente decadenza dai pubblici uffici.
Il quesito, che ora si pongono tutti, è ovvio: sarà la stessa maggioranza, che ha eletto i vertici di Camera e Senato, ad esprimere il nuovo Governo?
È evidente che non sembra inverosimile, a questo punto, un accordo fra Di Maio, Berlusconi e Salvini, che possa consentire la nascita di un Governo di scopo, per andare al voto non prima di un biennio.
Ovviamente, la condizione peggiore è, oggi, quella del PD, costretto a stare in minoranza e, neanche, interpellato per l’elezione dei nuovi Presidenti delle Camere.
Si dirà che qualche anno di Aventino non farà male al PD, ma è pleonastico sottolineare che quel partito, ridotto per troppo tempo ad essere una forza residuale del nostro panorama politico, non può che essere condannato all’estinzione, visto che, dopo decenni di Governo, non può diventare forza di opposizione da un giorno all’altro.
È, peraltro, scontato che interesse degli Italiani sia quello volto alla costituzione di un Governo, perché certo l’Italia non è nelle condizioni della Germania: non possiamo aspettare sei mesi per decidere chi sia il nuovo inquilino di Palazzo Chigi.
Ed, allora, nei prossimi giorni molti spingeranno per un’analoga soluzione in sede di costituzione dell’Esecutivo, consentendo così ai Grillini di mostrare le loro competenze ed al Centro-Destra di palesare le proprie virtù di prudenza e pazienza istituzionale.
Ed il PD?
O si logorerà, ulteriormente, nell’individuazione del nuovo leader, o riacquisirà il rapporto con la società italiana, visto che l’interruzione di quel legame con le persone in carne ed ossa ha determinato la cocente sconfitta del 4 marzo, così come molto opportunamente ha sottolineato il Presidente Emerito Napolitano nel giorno dell’inaugurazione dei lavori parlamentari della nuova legislatura.
Tertium non datur!
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