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Rosario Pesce
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È evidente che, nella società italiana, è presente un rigurgito neonazista, che rischia di divenire sempre più forte ed incontrollabile.
I casi di esposizione dei vessilli nazisti diventano più frequenti ed, in particolare, sta tornando la violenza squadrista, di emanazione neo-fascista e neo-nazista.
Le leggi vigenti poco o nulla riescono a fare contro un simile fenomeno, che si alimenta anche attraverso l’uso dei media e vede coinvolti - soprattutto - i giovani, che sono sempre più attratti dalla violenza di derivazione di estrema Destra e dai valori, che le si accompagnano.
Le domande, intorno a tali rigurgiti, sono numerose ed hanno, credo, tutte un’unica risposta: il disagio sociale di moltissimi nuclei familiari, che ormai vivono fuori dalla società dei consumi, per cui si rifugiano in forme eclatanti di protesta.
È ovvio che, a monte, va fatto un lavoro capillare per evitare che una siffatta violenza possa coinvolgere strati più ampi e folti.
La repressione non è sufficiente e potrebbe, finanche, determinare - da sola - fenomeni di emulazione, che si autoalimentano quando le forze intellettuali lasciano il passo a fragilità sempre più conclamate.
È la scuola, quindi, che ha il compito di insegnare cosa siano stati il Nazismo ed il Fascismo, perché solo una corretta informazione può distogliere interi ceti dall’essere attratti da tendenze che possono minare, dalle fondamenta, le ragioni del vivere sociale.
È ovvio che, con la conclusione del Novecento, alcuni anticorpi contro il Fascismo ed il Nazismo sono venuti meno: le culture socialista, liberale e democratica, un tempo maggioritarie, erano un argine efficace contro tali derive, per cui il loro indebolimento costituisce la premessa per le tristi vicende odierne.
Cosa si può fare?
La risposta è unica, se non prevalente: divulgazione in tutti i luoghi possibili, perché attraverso il sapere possano essere tacitati rigurgiti, che possono effettivamente produrre grave nocumento a carico dell’intero consesso sociale.
Naturalmente, il percorso è tutto in salita, visto che le difficoltà non mancano, ma da cittadini e da educatori non possiamo non impegnarci, per davvero, per evitare conseguenze che sono terribili ed inquietanti.
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