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Rosario Pesce
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Quella di costituire un polo alla Sinistra del PD è una scelta dirompente per l’intero quadro politico del nostro Paese, visto che, per la prima volta, a partire dal 1994 in poi, il Centro e la Sinistra decidono di correre separatamente.
In quell’occasione, ricordiamo bene come andò a finire: il Centro di Segni divenne forza residuale, mentre la Sinistra di Occhetto perse le elezioni contro il fenomeno emergente di Berlusconi e del berlusconismo rampante.
Nei prossimi mesi, potrebbe succedere cosa analoga, a parti rovesciate: la Sinistra di Grasso, pur riscuotendo un buon successo, potrebbe raccogliere pochi eletti, vista la legge elettorale di tipo maggioritario, mentre il PD potrebbe essere clamorosamente sconfitto, con percentuali che possono, finanche, metterne in dubbio la possibilità di sopravvivenza.
Ed, allora, non si capisce bene il senso di una scelta, che ha molti responsabili, sia in casa PD, che MDP.
Era ovvio che la leadership riconfermata di Renzi potesse mettere in fuga molti dirigenti di quel partito e, quindi, non si poteva a monte aprire una discussione seria intorno al futuro del PD, finanche ponendo un problema serio sul ruolo renziano nei prossimi mesi?
D’altronde, si sa bene che coloro che aspirano alla successione sono molti ed, invero, molto qualificati: da Delrio a Franceschini, da Minniti allo stesso Gentiloni, sono tutti leader probabili di un partito che, però, abbia fatto seriamente i conti con Renzi ed, in particolare, con il renzismo.
Non è un caso, se tutte le personalità, che abbiamo citato, non sono di stretta osservanza renziana, a dimostrazione del fatto che Renzi, nel corso degli ultimi quattro anni, si è circondato di un personale politico, che non è in grado di prenderne il posto, almeno immediatamente.
Per altro verso, anche in MDP, sono prevalsi i falchi, nonostante fossero presenti in quello schieramento alcune personalità, come lo stesso Pisapia, che potevano fungere da ponte verso il PD, pur non perdendo la propria identità culturale e tenendo fede ad un orizzonte politico diverso dal renzismo, che è stato sconfitto dagli elettori in molte occasioni negli ultimi tre anni, prima ancora che nelle segrete stanze del PD o del Governo.
Comunque, è troppo tardi perché si continui a ragionare di ciò che non è stato possibile.
Lo sguardo non può non andare al futuro prossimo, che sancirà di certo l’esistenza di due Sinistre nel Paese, che forse saranno più impegnate nel fare la guerra intestina, piuttosto che nel confronto con le Destre, che si presentano tutte agguerrite e populiste, dai Grillini a Salvini e Meloni, che rappresentano le facce diverse di un disagio sociale, a cui la Sinistra riformista del PD, negli anni di governo renziano, non ha saputo dare alcuna risposta efficace e concreta.
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