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Un partito che discute

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sabato, 09 settembre 2017 13:44

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Rosario Pesce
Il PD è un partito che discute moltissimo al suo interno.
Questo, ovviamente, è un dato molto importante, in quanto rappresenta un fatto essenziale per un’organizzazione partitica, che si definisce “democratica”.
A volte, però, l’eccesso di polemica fa male, in particolar modo se fornisce una rappresentazione, che può essere pericolosa non solo per il PD stesso, ma per la medesima tenuta del Governo.
La questione, alla quale intendiamo fare riferimento, è quella del controllo dei flussi migratori dal Nord Africa.
È evidente che le misure, adottate dal Governo Gentiloni e dal Ministro Minniti, tese a ridimensionare l’arrivo degli extra-comunitari, anche, attraverso un finanziamento cospicuo in favore delle organizzazioni libiche e dello Stato di Tripoli, che in mare dovrebbero disincentivare la partenza dei barconi, non possono che far discutere.
Di fatto, si sta attuando una vera e propria politica dei respingimenti, che però non vengono realizzati dalle nostre forze marittime, ma dagli stessi Libici, che invero possono controllare il loro mare e la costa molto meglio di quanto lo possiamo fare noi Italiani.
Ma, i quesiti rimangono e sono numerosi.
È lecito e legittimo, sul piano della morale, far fare il lavoro sporco del respingimento in mare a quanti, fino a pochi giorni or sono, erano gli stessi che organizzavano le partenze dei disperati?
Fino a quando potrà durare un simile andamento, visto che i soggetti nostri interlocutori potranno, in qualsiasi momento, far alzare il prezzo della contrattazione ed imporre al nostro Esecutivo condizioni finanziarie diverse da quelle odierne?
E, poi, questi soggetti, che ora stiamo finanziando e - forse - armando, potranno mai in futuro usare il danaro e le armi, che stiamo loro fornendo, contro di noi, come è successo già con l’Isis contro gli Stati Uniti d’America?
È ovvio che i soggetti, che ci stanno fornendo un aiuto nel limitare gli sbarchi dei clandestini, non hanno una coscienza immacolata, per cui i rapporti, che andranno costruiti con questi, dovranno tenere conto del loro livello di affidabilità.
Ma, c’erano soluzioni diverse da poter percorrere?
Bisognava agire sull’Unione Europea, per una migliore distribuzione dei clandestini sull’intero territorio continentale, anziché interloquire con soggetti, comunque, pericolosi e di dubbia affidabilità.
In una tale cornice, il PD discute al suo interno su diverse opzioni, che evidentemente hanno un differente valore culturale, politico e morale.
Ma, a pochissimi mesi dalle elezioni generali, non si può ambire ad avere un partito, che si sia già chiarito le sue idee su una questione così essenziale per gli equilibri del Paese e così vitale per gli esiti elettorali nel marzo 2018?
O, forse, si rimane in attesa di essere infilzati dal populismo di Salvini, Meloni e Grillo?
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