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Un’estate che sta finendo…

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mercoledì, 16 agosto 2017 07:42

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Rosario Pesce
Dell’estate 2017, che sta volgendo al termine dopo Ferragosto, cosa rimarrà nei libri di storia?
Forse, il grande caldo umido, che si è protratto per due mesi circa?
Forse, l’incertezza politica, ormai cronica, in Italia?
Forse, i venti di guerra dell’Estremo Oriente?
Forse, la crisi migratoria?
Forse, l’acquisto miliardario di Neymar da parte degli sceicchi arabi?
È evidente che quelli, che abbiamo citato, sono dei fatti, che, nei rispettivi ambiti, segneranno questa stagione dell’anno in corso, ma nessuno di tali eventi, forse, è in grado di esprimere compiutamente la società italiana, europea ed occidentale.
È chiaro che il periodo storico, che stiamo vivendo, è uno dei più delicati fra quelli che ricordiamo, perché segna una svolta verso una nuova fase, che non si è configurata, ancora, in modo definito.
Passeggiare per le nostre grandi città e vedere interi quartieri nelle mani di persone di diversa razza colpisce la sensibilità comune, che non si è abituata all’idea che il puro carattere genetico ariano non esiste.
Così come colpisce il fatto che, a migliaia di chilometri dalle nostre vacanze, esiste tuttora un misero dittatore che ipotizza di usare l’atomica contro coloro che l’hanno adoperata, per la prima volta, nel lontano 1945 per porre termine alla Seconda Guerra Mondiale.
D’altronde, non può non colpire l’immaginario collettivo il fatto che, in tempi di crisi economica e finanziaria, una società calcistica possa versare una cifra vicina al miliardo di euro, nell’arco di cinque anni, per assicurarsi le prestazioni, tecniche ed agonistiche, di un giovanotto ventenne che ha, forse, l’unica competenza di tirare dei calci ad un pallone, che rotola su di un campo verde di circa cento metri di lunghezza e quaranta di larghezza.
Le incertezze politiche del nostro Paese, poi, non fanno di certo notizia, visto che la crisi, politica ed istituzionale, costituisce ormai un dato strutturale italiano.
In tale contesto, il 2017 rischia di passare come l’ennesimo anno di transizione verso un nuovo ordine europeo e mondiale, alla cui costruzione il nostro Paese sta partecipando in modo passivo, dato che non ha una classe dirigente ed un ceto politico, che siano in grado di dare lustro ad una nazione, che tante, troppe volte è stata mortificata sia dai nemici, che dagli alleati.
Cosa succederà nel futuro prossimo non lo può prevedere nessuno, anche se, al momento, la cessazione del grande caldo umido costituisce già un’eccellente notizia per un Paese, che ha bisogno, finanche, di un clima molto più generoso ed utile per la sua economia.
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