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Diecimila vele hanno preso il largo in onore di Amatrice

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lunedì, 08 maggio 2017 07:29

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foto: Daniele Donadio
Mafalda Bruno
Hanno offerto uno spettacolo sensazionale tutti gli appassionati velisti, armatori, circoli, yacht club e team sportivi, che domenica 7 maggio hanno veleggiato, tra regate e semplici parate veliche, in contemporanea su tutti i litorali e principali laghi italiani, ma anche all’estero.
Scopo dell’evento è stato quello di raccogliere fondi da destinare ai terremotati di Amatrice. Lodevole e da prendere ad esempio , è la circostanza che gli introiti andranno direttamente ai terremotati, perché vengano prontamente utilizzati per l’acquisto di materiali e attrezzature necessarie per le scuole delle zone colpite dal sisma: un sostegno concreto, tangibile e soprattutto immediato verso chi è stato duramente colpito dal disastro che ha devastato il centro Italia.
Questa suggestiva iniziativa è tutta merito dell’Associazione 10.000 vele di solidarietà che non è nuova a questo genere di eventi, tant’è che quella di quest’anno fa seguito alle precedenti regate organizzate nel 2011 e 2012 a beneficio degli alluvionati dello Spezzino e Cinque Terre.
La veleggiata, in collaborazione con la europea Clean Sea Life, ha avuto anche lo scopo ambientalistico di sensibilizzare diportisti e non, alla riduzione dei rifiuti marini: prova ne sia che i partecipanti si sono impegnati non solo a non gettare nulla in mare, ma a raccogliere tutti i rifiuti galleggianti, per poi smaltirli a terra, una volta terminata la regata.
Diverse le adesioni e i patrocini che si sono affiancati alla manifestazione, unitamente al supporto di grandi campioni della vela: Mauro Pelaschier, Giovanni Soldini, l’inglese Alex Thomson, Tommaso Chieffi, Pasquale De Gregorio, Susanne Beyer, Andrea e Gaetano Mura, Matteo Miceli e molti altri.
foto: Daniele Donadio
Sicuramente l’evento è stato un segnale importante per Amatrice e le Regioni del Centro Italia, perché ha rappresentato un valore inestimabile che va al di là di quello economico che pure è necessario ed importante.
E’ stato il valore aggiunto di far capire che ai terremotati non ci si deve dedicare solo al momento della disgrazia. In quei giorni concitati e tragici (lo abbiamo visto ripetutamente sui media) è tutto un susseguirsi di passerelle di personaggi noti e meno noti, che cavalcano l’onda dell’emozione del momento non sempre per scopi concreti ed umanitari, quanto per una loro vanagloria personale e visibilità mediatica.
Poi, una volta spenti i riflettori, dai molti italiani che portano addosso i segni e le ferite di quella tragedia, sale l’accorato e tristemente noto appello: “ci hanno lasciato soli”.
Benedetta sia dunque questa parata del cuore: le diecimila vele ci hanno ricordato (come una tirata di orecchie!) che il Centro Italia è ancora lì, in piena sofferenza ed emergenza, che occorre non adagiarsi sugli allori e snellire al piu’ presto la dannata burocrazia che ostacola la ricostruzione peggio (se possibile) delle stesse scosse sismiche.
Questi sono i passi urgenti da compiere se si vuole che le Regioni colpite tornino ad essere centri abitati, con scuole e chiese agibili, con le realtà commerciali che riprendano la loro attività e con la rinascita dei borghi medievali, suggestivi e pieni di tradizioni, che altrimenti rischiano di sparire tra le macerie e i detriti.
Occorre che lo spettacolo dei nostri magnifici paesini, finisca di essere solo uno scenario spettrale e desolante.
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